Lettera ai malati e agli anziani

Carissimi,

la situazione, che stiamo vivendo a causa della pandemia ha messo e sta mettendo tutti a dura prova e, anche sul piano pastorale, ci impone di ripensare le attività e le modalità di relazione a cui eravamo abituati.

In questa Pasqua 2021, pur non essendo chiusi in casa come lo scorso anno, siamo comunque soggetti a molte limitazioni per il bene della salute propria e degli altri, specialmente delle persone più fragili ed esposte al contagio, come gli anziani e i malati.

Il distanziamento fisico che dobbiamo mantenere per non favorire la trasmissione del virus, soprattutto in queste settimane nelle quali i contagi si moltiplicano velocemente, ci impedisce di svolgere la normale visita e benedizione delle famiglie e rende difficoltosa la possibilità di incontrare nelle loro case tutte le persone malate e quelle anziane prima della Pasqua.

Non vogliamo tuttavia che il distanziamento fisico si traduca in distanziamento sociale, in una totale mancanza di relazione.

Anzitutto è necessario ravvivare la comunione di preghiera, in modo particolare nella celebrazione eucaristica. Chi è impossibilitato a partecipare in presenza, può nutrirsi spiritualmente seguendo la santa Messa attraverso la televisione, a partire da quella celebrata da Papa Francesco.

Ricordiamo che, nell’impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, il dolore per i peccati commessi, che comporta la volontà «di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale», rimette tutti i peccati.

In attesa di poterci incontrare personalmente nelle vostre case dopo la Pasqua, quando le persone vaccinate sono più numerose e il contagio meno acuto, abbiamo pensato a un piccolo segno di vicinanza.

Assieme al nostro saluto affettuoso, ad anziani e malati inviamo una piccola bottiglietta di acqua benedetta e un ramettino di olivo benedetto la domenica della Palme.

Un abbraccio fraterno

don Giovanni e don Antonio

Questa lettera viene recapitata nelle case degli anzani e dei malati che che ordinariamente chiedono confessione e comunione.

I sacerdoti, si rendono comunque presenti nelle famiglie dove ci sono persone con particolare gravità
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