Papa Francesco, nel messaggio per la 32ª Giornata mondiale del malato, dell’11 febbraio scorso, ci ricorda che «il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta,
«Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demçni» (Mt 10,7-8 ). «E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano» (Mc 6,12-13)
«Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi.Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,13-16)