Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: Gen 3,9-15.20 Sal 97 Ef 1,3-6.11-12 Lc 1,26-3
Nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, la liturgia ci pone davanti al disegno originario di Dio e alla sua costante ricerca di un dialogo d’amore con ogni persona, per attuare il suo piano di salvezza.
Il disegno originario di Dio, che precede le scelte storiche della persona umana creata libera, viene espresso in modo straordinario dall’apostolo Paolo: Dio, in Cristo, «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4).
Questo disegno d’amore è nel segno della gratuità, anticipa e rende vana ogni pretesa umana. Ed è all’interno di questo disegno che si colloca il dialogo di Dio con l’uomo, narrato dal libro della Genesi, e quello di Dio con Maria, tramite l’Arcangelo Gabriele, narrato dall’evangelista Luca.
Il racconto della Genesi ci parla di Dio alla ricerca dell’uomo e ci dice che le difficoltà che l’uomo trova nel dialogare con Dio e con gli altri derivano dal peccato: dopo aver peccato l’uomo ha paura e si nasconde (cfr Gen 3,8). La paura viene presentata come il primo frutto del peccato, la cui radice è la superbia, ossia la mancanza di verità su sé stessi.
Questa mancanza di verità, che conduce a un errato rapporto con Dio, con gli altri e con il creato, ci interroga e ci aiuta a capire anche l’origine di molte nostre attuali paure.
A volte la storia sembra andare precipitosamente verso il baratro. Il male appare sempre più dilagante e pervasivo. Persino la storia personale di ciascuno di noi, spesso, sembra incanalata in vicoli ciechi da cui non si riesce a capire come uscire.
Allora si sperimentano tutti i nostri limiti e le nostre contraddizioni e si sperimenta pure che nessuno basta a sé stesso, che tutti abbiamo sempre bisogno dell’aiuto di qualcuno.
Il libro della Genesi, come tutta la Bibbia, parla della superbia che sta alla radice del peccato di ogni persona, ma principalmente ci racconta la storia d’amore di Dio con l’uomo.
Dio ha creato con amore l’uomo e la donna e non li abbandona nonostante il loro tradimento. Non ha permesso che si inoltrassero nudi, indifesi ed esposti alla violenza, fuori dal giardino (cfr Gen 3,21) e non si è mai stancato di cercare un dialogo di amore e di salvezza.
Con l’Annunciazione il dialogo cambia segno e qualità. Maria non si nasconde. Se la paura è frutto del peccato, la fiducia è frutto della grazia. E Maria, «piena di grazia» (Lc 1,28), accoglie le parole dell’angelo e si abbandona alla volontà di Dio.
Guardare a Maria nel cammino di Avvento, ci sollecita all’accoglienza del Cristo che viene, all’ascolto della Parola che salva: senza l’ascolto di quanto Dio ci dice è impossibile riconoscere le tracce della sua azione in noi e attorno a noi.
La risposta di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38), riassume anche la risposta e il compito di ogni credente, chiamato – come lei – a orientare tutta la propria vita al Cristo.
Per portare a compimento il suo progetto di salvezza per l’umanità, il Signore ha avuto bisogno del “sì” di Maria e continua ad avere bisogno anche dei nostri “sì” quotidiani, mossi dalla forza luminosa della sua parola e protesi a testimoniare il suo amore ai fratelli e alle sorelle in ogni ambito del nostro vivere.
Questa festa ci presenta due modi possibili di intendere e di vivere la libertà con la quale siamo stati creati.
La libertà di Adamo ed Eva pensata non come autonomia, ma come indipendenza. Una libertà che di fatto nega i connaturati limiti umani e che sfugge l’assunzione di ogni responsabilità, porta all’alienazione di sé stessi. E la libertà di Maria, vissuta come accoglienza di Dio e del suo progetto di salvezza, che porta alla pienezza nella verità e dignità e che è sempre generativa.
Pur festeggiando l’Immacolata Concezione di Maria in vista del Natale del Signore, sappiamo bene che questa solennità trova il suo senso profondo nella luce della Pasqua.
È la grazia della Pasqua che libera dal male e dal peccato. In Maria è anticipata quella liberazione che, dopo la risurrezione di Cristo, si compie in ogni persona per mezzo del battesimo.
Maria è nuova creatura in vista di Cristo. Ogni persona che viene battezzata diviene nuova creatura in Cristo.
Maria, madre di Dio e madre nostra, interceda per noi, affinché come lei possiamo dire il nostro “eccomi” e fare della nostra vita un “sì” pieno di contemplazione e di realismo, di gesti quotidiani di amore e di servizio.