Omelia Badia Fiorentina 29 novembre 2023

Mercoledì della XXXIV settimana tempo ordinario – anno dispari: Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28   Dn 3   Lc 21,12-19

Le letture di oggi descrivono bene quello che ogni giorno sperimentiamo: i potenti sono vincenti e festanti; chi annuncia Gesù Cristo e il suo vangelo è inascoltato, se non osteggiato o addirittura perseguitato.

Tuttavia, questa lettura degli avvenimenti e della storia, collettiva e personale, è frutto di un approccio parziale e di valutazioni che si limitano al solo presente.

Come ci fanno comprendere entrambe le letture di oggi, per valutare gli avvenimenti della vita e della storia non possiamo limitarci alle emozioni, all’immediatezza e all’apparenza: è necessario il sapere che viene dalla ragione, il sapere che deriva dall’intuizione, il sapere che nasce dall’esperienza.

Per leggere e valutare la vita e la storia, dobbiamo attingere anche al sapere della fede. Quel sapere che deriva dal nutrirsi della parola di Dio e dall’azione dello Spirito Santo, che gradualmente ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13).

Per il necessario discernimento, oltre ad attingere alla parola di Dio, alla ragione, all’intuizione e all’esperienza è pure necessario saper ascoltare le altre persone, perché il Signore ci parla anche attraverso gli altri: «Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,6).

Nella liturgia di oggi, ad esempio, il Signore ci parla direttamente nel vangelo, ma ci parla pure con l’atteggiamento del re Baldassàr e con il suo lussuoso banchetto, imbandito «a mille dei suoi dignitari» (Dn 5, 1). E ci parla con l’immagine delle dita di una mano che scrivono parole misteriose «sull’intonaco della parete del palazzo reale» (Dn 5,5), e attraverso la sapienza di Daniele che interpreta il significato di queste parole.

Quello che appare come un momento di trionfo del re Baldassàr, che si comporta come se tutto dipendesse da lui, diventa il momento in cui emerge come quello che umanamente sembra solido si mostra in tutta la sua fragilità: il regno perderà la sua compattezza e sarà diviso e il re è chiamato in giudizio da un’autorità che sta sopra di lui.

Spesso penso che le parole con le quali Daniele interpreta il termine Tekel sono indirizzate anche a me: «tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente» (Dn 5,27).

Sono e mi sento mancante, anche per il modo con cui mi pongo di fronte alle prove della vita e alla necessità della perseveranza, che il Signore Gesù chiede nel vangelo di oggi.

Tutti vogliamo superare positivamente le prove, ma non sempre sappiamo cogliere le prove per crescere in umanità e, come ci dice Gesù, come opportunità per dare testimonianza della nostra fede, del nostro amore e della nostra speranza.

Sia sul piano personale che su quello comunitario, siamo spesso confusi, e anche delusi, dalle difficoltà della vita, da relazioni difficili, dall’aver posto la nostra totale fiducia in qualcuno che pensavamo fosse solo luce, dimenticando che ogni essere umano, assieme all’emanazione di raggi di luce, porta con sé anche zone d’ombra.

Ma è proprio nelle nostre delusioni e nelle nostre difficoltà che il Signore ci raggiunge. Ci dice di cogliere le prove come occasione di testimonianza e che saremo anche traditi dalle persone più care, ma ci dice pure che perseverando salveremo la nostra vita, rassicurandoci che «nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto» (Lc 21,18),

Nessun essere umano può essere ridotto a un numero statistico, a un codice-cliente. Ciascuno ha un volto, è una persona preziosa unica e irripetibile; una persona amata da Dio e chiamata all’amore, anche con le sue zone d’ombra.

«Ricòrdati di Gesù Cristo» (2Tm 2,8). Questa raccomandazione di Paolo a Timoteo viene suggerita dalla diocesi come tema degli Esercizi spirituali nel quotidiano per la giornata di oggi. Una raccomandazione che vogliamo fare nostra, certi che con Cristo, che ci accompagna e ci precede, possiamo affrontare positivamente le sfide e le difficoltà in ogni fase della vita.

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-color: #595959;background-size: cover;background-position: center center;background-attachment: scroll;background-repeat: no-repeat;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 550px;}#main-content .dfd-content-wrap {margin: 0px;} #main-content .dfd-content-wrap > article {padding: 0px;}@media only screen and (min-width: 1101px) {#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars {padding: 0 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child {border-top: 0px solid transparent; border-bottom: 0px solid transparent;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width #right-sidebar,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width #right-sidebar {padding-top: 0px;padding-bottom: 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel {margin-left: -0px;margin-right: -0px;}}#layout .dfd-content-wrap.layout-side-image,#layout > .row.full-width .dfd-content-wrap.layout-side-image {margin-left: 0;margin-right: 0;}