Lettera del Vescovo Gambelli ai fedeli della diocesi per l’anno giubilare – 7 gennaio 2025

Cari Fratelli e Care Sorelle,

all’inizio di questo nuovo anno desidero rivolgere a ognuno di voi un breve messaggio di auguri, con un invito ad accogliere in maniera sempre più abbondante la grazia dell’Anno Santo.

Domenica 29 dicembre, alla fine della celebrazione in Duomo per l’inizio del Giubileo in Diocesi, molte persone hanno avuto difficoltà a entrare in Cattedrale e a partecipare alla Messa. Quello che doveva esse1:e un momento di gioia per rianimare la speranza, ha provocato in alcuni scoraggiamento e tristezza.

C’è stato inoltre anche un problema di comunicazione, di cui vorrei scusarmi e che desidero chiarire. Molti, infatti, pensando di entrare attraversando una pmia santa hanno compiuto una breve sosta sulla soglia. È bene ricordare invece che le pmie sante per questo Giubileo Ordinario del 2025 si trovano solo a Roma, nelle Basiliche papali, più quella apelia simbolicamente da Papa Francesco nel carcere di Rebibbia.

L’attraversamento della p01ia santa è un rito che è possibile fare soltanto a Roma, senza dimenticare la sua finalità che è quella di condurci ad aprire la po1ia del cuore a tutti i nostri fratelli e sorelle.

Ma il vero senso del Giubileo è quello di aprirsi alla grazia della misericordia di Dio che ci rinnova interiormente. Tante guerre nel mondo sembrano inarrestabili anche perché si alimentano con numerose situazioni di conflitto e di ingiustizia, di cui ognuno è un po’ complice. Abbiamo bisogno di una grazia speciale che ci dia la forza per amare come Gesù, per vincere il male con il bene. Come ci ricorda papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo: “ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione” (Spes non confundit, 23). In un libro che spiega il Giubileo ai bambini, si fa ricorso a una bella immagine per spiegare questa idea. Il peccato è come un chiodo piantato nel cuore, il sacramento della confessione toglie il chiodo, l’indulgenza tappa il buco. “Tieni unito il mio cuore perché tema il tuo nome”, dice il Sai 86.

La Penitenzieria Apostolica ha pubblicato un documento in cui vengono precisate le norme per la concessione dell’indulgenza che potete trovare anche sul sito internet della nostra Arcidiocesi. Mi preme sottolineare che oltre ai pellegrinaggi a Roma, alle visite nelle Chiese giubilari di ogni Diocesi, si ottiene l’indulgenza anche attraverso le opere di misericordia. “Allo stesso modo i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili…), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro (cfr. Mt 25, 34-36) e ottemperando alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera. I fedeli, senza dubbio, potranno ripetere tali visite nel corso dell’Anno Santo, acquisendo in ciascuna di esse l’Indulgenza plenaria, anche quotidianamente” (Norme sulla concessione del!’indulgenza durante il Giubileo Ordinario del!‘anno 2025 indetto da Sua Santità Papa Francesco).

Voglio esprimere insieme a voi la gratitudine per l’invito a vivere l’anno santo con questa modalità della misericordia. A ben vedere si tratta di un ulteriore segno di ricezione del Concilio Vaticano II. Il primo giubileo voluto da papa Bonifacio VIII nell’anno 1300 prevedeva, infatti, il pellegrinaggio alla tomba dei santi Pietro e Paolo e l’adempimento di alcune prassi ben regolamentate. Il papa riteneva importante ribadire la centralità di Roma e del ministero petrino nell’organizzazione della vita cristiana e per ricevere i doni sacramentali affidati alla Chiesa. D’altra parte, in una società cristiana era possibile attraverso il rigore delle norme plasmare stili di vita cristiana.

San Giovanni XXIII ha però apetio il Concilio Vaticano II affermando che “al tempo presente la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore” per “andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando” (Discorso di apertura del concilio, 11 ottobre 1962). San Giovanni XXIII chiedeva così ai padri conciliari di operare per la Chiesa una conversione pastorale e missionaria.

Papa Francesco ci ricorda che “pastorale non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa. Essa genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano. Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di feriti, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore” (Discorso al!’episcopato brasiliano, 27 luglio 2013).

L’anno santo, quindi, non può che essere – se lo si vuole vivere autenticamente e profondamente – occasione per riscoprire le viscere materne della misericordia di Dio che coinvolge le donne e gli uomini di tutti i tempi chiamandole e chiamandoli alla comunione con sé.

È il mistero della comunione dei santi in cui, come insegnava san Paolo VI, non solo “il peccato di uno nuoce anche agli altri” ma anche “la santità di uno apporta beneficio agli altri” (Indulgentiarum doctrina, 1 gennaio 1967). Le opere di misericordia vissute in questo anno santo per ottenere l’indulgenza, saranno tanto più fruttuose quanto più ci aiuteranno a prendere coscienza che ciascuna e ciascuno di noi e il cosmo intero siamo immersi nella Misericordia di Dio che ci sostenta e ci trasforma e che l’esperienza della smisurata Misericordia di Dio alimenta in noi non solo la preoccupazione per la nostra individuale salvezza, ma la beatitudine di coloro che hanno fame e sete di giustizia a cui appartiene il regno di Dio.

Concludo con una raccomandazione pratica, per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, le parrocchie e i Vicariati che intendono organizzare pellegrinaggi verso le Chiese giubilari della nostra Arcidiocesi sono invitati a segnalare per tempo le date e gli orari al Comitato Diocesano per il Giubileo. Nel sito del Giubileo (giubileo2025.diocesifirenze.it) è possibile scaricare un sussidio per la preghiera che può accompagnare il pellegrinaggio di singoli o gruppi.

Invocando su tutti voi la benedizione del Signore, mi affido alle vostre preghiere, augurandovi Buon Anno e Buon Giubileo della Speranza.

Gherardo

 

Lettera vescovo Gherardo 07.01.2025

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