Schema Omelia domenica 10 dicembre 2023

Seconda domenica di Avvento anno B: Is 40,1-5.9-11   Sal 84   2Pt 3,8-14   Mc 1,1-8

«Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). Con il termine inizio, l’evangelista Marco non si riferisce agli albori della vita di Gesù, ma al racconto che di Gesù hanno fatto le comunità cristiane delle origini.

La parola inizio non richiama solo il movimento. Arché, inizio, in greco significa anche motivo, principio, fondamento, causa, ragione. Per Marco, Cristo stesso è vangelo, la buona notizia, perché in lui e grazie a lui un nuovo inizio è sempre possibile.

Quello di Marco, quindi, non è solo un testo scritto duemila anni fa che ha come protagonista Gesù di Nazareth, ma è vangelo. È la “lieta notizia” di Gesù Cristo Figlio di Dio e come tale non appartiene al passato, a uno specifico luogo, a un particolare popolo, ma è sempre presente e ci attende anche nel futuro.

Gesù Cristo Figlio di Dio, «il Verbo che si è fatto carne» (Gv 1,1), è sempre davanti a noi: è lui il lieto annuncio che chiede di essere atteso e proclamato, per far scoprire e dare alla vita significato e direzione.

Per questo il primo personaggio del vangelo di Marco è un messaggero: una voce, un annunciatore. Una bella e significativa notizia va diffusa, raccontata, perché possa essere ascoltata, riconosciuta e accolta.

La missione del Battista era di preparare la strada per l’incontro d’amore fra Gesù e il suo popolo. L’abbigliamento che lo contraddistingueva era quello dei profeti (Zc 13,4): in particolare di Elia, come Giovanni, «indossava una pelle non lavorata e aveva ai fianchi una cintura di cuoio» (2 Re 1,8).

Il Battista, come Isaia, invita a utilizzare il tempo presente per spianare quella steppa che ci impedisce di guardare lontano; per innalzare quelle valli di delusione e scoraggiamento nelle quali siamo precipitati; per abbassare le montagne dell’orgoglio che ci impediscono di vedere gli altri e i loro bisogni (cfr Is 40,3-4).

Il contenuto della predicazione del Battista era l’annuncio della venuta di uno, più forte di lui, che avrebbe battezzato con lo Spirito santo e non semplicemente con acqua, che può togliere la sporcizia e simboleggiare la volontà di un cambiamento.

Da Giovanni impariamo che Gesù Cristo si annuncia nell’umiltà, sapendo che quello che diciamo e facciamo è, e può solo essere, semplicemente un segno offerto alla libertà delle donne e degli uomini a cui è rivolto.

Dal Battista impariamo pure che la grandezza dell’annunciatore non sta nella capacità di attrarre a sé, appropriarsi di prerogative che appartengono a colui che annuncia e che deve essere accolto, ma nel seguire colui che gli è davanti e lo precede.

Di un nuovo inizio siamo protagonisti anche noi, coinvolti nel continuo venire di Gesù, chiamati ad accoglierlo, seguirlo e anche a precederlo, preparando vie e sentieri, cuori e menti, per la sua venuta.

La continua venuta di Cristo fa sì che la storia di ciascuno sia storia sacra: ogni occasione è tempo opportuno per incontrarlo, ogni avvenimento è una possibilità per vederne le tracce, ogni relazione è un luogo dove sperimentarne l’amore.

Con Gesù dobbiamo sempre essere pronti a ricominciare dall’inizio, perché non si finisce mai di comprenderlo, amarlo, annunciarlo. Del resto, come ci ricorda la seconda lettura: «davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno» (2 Pt 3,8).

Ogni giorno siamo chiamati a guardare dentro e fuori di noi, per vedere quanti colli sono stati abbassati e quante buche colmate. E siamo costantemente chiamati ad essere messaggeri della buona notizia, cercando ogni volta modalità e parole nuove, per raccontarne l’imprevedibile novità e l’incredibile attualità dell’annuncio, la novità e l’attualità di Gesù Cristo.

Non è sempre facile trovare modalità e un linguaggio adatti, ma se il Vangelo è la notizia della vita, non possiamo che annunciarlo in modo che possa essere compreso.

A ciascuno spetta il compito di trovare il modo giusto per parlare ancora oggi della straordinarietà di un Dio che viene, per preparare le vie davanti a lui, per dire senza paura che l’annuncio più bello che possiamo dare e ricevere è Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

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