Omelia Domenica 7 gennaio 2024

Festa del Battesimo del Signore – Anno B: Is 55,1-11   Da Is 12   1Gv 5,1-9   Mc 1,7-11

Con una particolare accelerazione, data dal fatto che quest’anno la Prima domenica del Tempo ordinario cade subito dopo l’Epifania, in un solo giorno la liturgia ci fa passare dalla contemplazione del Bambino nel presepe alla manifestazione con la quale Gesù, già adulto, inizia la sua missione.

Il brano del vangelo di Marco ci conduce sulle rive del fiume Giordano, il luogo geograficamente più basso della terra, per assistere a una nuova epifania, a una nuova rivelazione dell’identità di Gesù.

Dall’invito del periodo natalizio a contemplare la presenza silenziosa di una madre terrena che protegge il figlio piccolo, siamo ora invitati, dopo il battesimo di Gesù al Giordano, ad ascoltare la voce del Padre celeste che riconosce l’identità e dona forza al Figlio, ormai adulto, per svolgere la sua missione.

La parola di Giovanni Battista è rivolta in avanti e invita a guardare oltre lui: «Viene dopo di me colui che è più forte di me…Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo» (Mc 1, 7-8).

Con la festa di oggi la liturgia ci dà una scossa, proponendo all’intelligenza della nostra fede e al nostro sguardo celebrante il mistero di Gesù, non più da contemplare bambino, ma, ora che è adulto, da ascoltare e seguire.

Questo passaggio ci aiuta anche ad acquisire la coscienza del tempo che scorre e a renderci conto che ciascuno, nella propria unicità, è chiamato alla responsabilità nei confronti degli altri, del mondo e della storia.

È la nostra appartenenza all’umanità che ci rende responsabili. E lo è, in modo tutto particolare, la nostra appartenenza a Cristo e al suo popolo: «chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato» (1Gv 5,1).

Focalizzando l’attenzione su quanto avviene dopo, l’evangelista dedica al battesimo un solo accenno, «Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni» (Mc 1,9), per dire che Gesù condivide le ansie di rinnovamento presente nel popolo e che lui stesso, con questo battesimo, inizia un nuovo cammino.

Quello che Gesù avrà sicuramente sentito dentro sé, portandolo a lasciare Nazaret per andare al Giordano, ora diviene palese e la sua vocazione riceve il riconoscimento del Padre, che gli rivela la sua identità e il suo compiacimento per la missione che sta per intraprendere.

La missione di Gesù inizia con una solenne manifestazione trinitaria: «Uscendo fuori dall’acqua, egli vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,10-11).

Credere in Gesù è credere che lui è Dio e che quello che fa e dice è azione e parola di Dio, nello Spirito Santo.

La sostanza della rivelazione trinitaria è l’amore. L’amore costituisce la natura di Dio e dall’amore ha origine ogni sua attività verso ogni persona e nei confronti del mondo.

Questo amore illumina anche la verità su noi stessi e su ciò che può renderci pieni di gioia e aperti agli altri, come del resto ci insegna la quotidiana esperienza.

Per colmare la profonda insoddisfazione che ci abita, cerchiamo di riempirci di cose, di impegni. Cerchiamo di essere ammirati per i nostri traguardi, elogiati per i nostri meriti, di raggiungere un certo status socialmente riconosciuto, frequentando certi ambienti o praticando determinati sport solo per entrare in un certo giro anche se non sarebbero nel nostro temperamento. Da tutto questo, però, ricaviamo una soddisfazione momentanea, che non sazia la sete che abbiamo dentro.

Solo il sentirci amati per quello che siamo, con le nostre caratteristiche e potenzialità, ma anche con i nostri errori e i nostri eventuali fallimenti, ci riempie la vita, dandole senso e valore.

Ecco perché seguire Gesù, e riscoprire che il battesimo ci unisce a lui e in lui ci rende figli del Padre, ci fa percepire tutto il valore di quello che siamo, ci inserisce in quella cascata di amore che ci fa sentire amati e che ci rende amabili e amanti e ci fa vivere una vita piena e feconda.

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