Festa di San Zanobi – Patrono di Scandicci 10 maggio 21

San Zanobi Patrono principale dell’Arcidiocesi di Firenze, assieme a Sant’Antonino, e dal 1983 patrono della città di Scandicci

At 20,17-18.28-32.36 – Salmo 22  – Ef 4, 1-7. 11-13 – Gv 10, 11-16

Le letture che abbiamo ascoltato, anzitutto ci dicono che solo Gesù Cristo è il Pastore che raccoglie, guida e difende il suo gregge, tanto che per questo gregge ha dato sé stesso fino alla morte, e alla morte di Croce. È a lui che dobbiamo guardare ed è lui che dobbiamo ascoltare per camminare nelle vie della vita.

Tenere fisso lo sguardo su Gesù e ascoltare la sua parola, ci aiuta anche a comprendere la figura di San Zanobi, uomo profondamente radicato in Cristo, che si è impegnato con tutte le sue forze per annunciare la verità del Vangelo e contrastare la dottrina del presbitero, monaco e teologo Ario.

L’arianesimo, mettendo in discussione l’eterna uguaglianza della natura divina del Figlio col Padre, svuota il mistero dell’incarnazione e favorisce una religiosità puramente spiritualizzata, disincarnata, senza alcun legame con la vita di ogni giorno e senza influenza nella storia.

Quello in cui ha operato San Zanobi è un contesto in cui venivano insegnate «cose perverse» (At 20,30), come dice l’apostolo Paolo agli anziani riuniti a Mileto, per conquistare la mente e il cuore dei credenti. Anche quello in cui viviamo, pur diverso, non è certamente un contesto meno insidioso, per la verità della fede in Cristo e per una corretta visione dell’uomo.

Secondo la tradizione, San Zanobi ha difeso la fede in Gesù vero Dio e vero uomo, mediante un’azione missionaria diffusa sul territorio, come testimoniano i diversi luoghi che, nella diocesi, conservano memoria del suo passaggio, come la Chiesa e la Grotta di Casignano.

Questa azione missionaria di San Zanobi ha fatto sì che il cristianesimo assumesse una significativa organizzazione comunitaria, in un ambito ancora pagano, anche se il Vangelo sembra essere giunto nel territorio fiorentino prima del quarto secolo, probabilmente attraverso persone di origine orientale, che si spostavano nell’impero per motivi economici e commerciali.

Con la sua azione pastorale, San Zanobi ci insegna che l’annuncio del Vangelo e la difesa della verità della fede generano ed esigono comunione ecclesiale: a ciascuno di noi «è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo… al fine di edificare» il suo corpo, che è la Chiesa (cfr Ef 4,7).

La coesione del corpo si fonda sull’unità della fede nell’unico Dio e in Cristo unico Salvatore.

Questa unità non si esprime nella piatta uniformità, ma nella ricchezza della varietà; non deriva dalla sola, e pur importante, diversità delle caratteristiche e dei servizi, ma dalla comunione e dal convergere armonico della molteplicità dei doni e delle azioni.

La discriminante non è data dalla bontà di singole azioni, specifiche esperienze, particolari progetti, ma dalla dimensione ecclesiale con cui si pensano e si vivono. La discriminante è data dall’edificare o meno la comunità, con i doni che ci sono stati dati e con il proprio operare.

La fede è personale, ma non individuale. Non si arriva alla fede da soli e non può essere pensata, vissuta e consolidata individualisticamente, ma soltanto nell’ambito di una relazione, di un contesto comunitario.

L’azione pastorale di San Zanobi ci ricorda che c’è un’intima connessione tra annuncio del Vangelo e servizio all’uomo nella sua concretezza storica. C’è, quindi, uno stretto legame tra edificazione della Chiesa, nella quale è vivo e presente Cristo risorto, e la costruzione della città degli uomini, redenti dallo stesso Cristo morto e risorto.

Per chi crede in Cristo, dovrebbe essere naturale spendersi per l’edificazione della comunità cristiana e, contemporaneamente, per la comunità cittadina, ponendosi come fermento nella vita sociale, culturale, economica, politica.

La città è l’ambito in cui dare sostanza alla propria fede, dove si è chiamati a continua conversione e a operare per l’umanizzazione del mondo.

Più un cristiano è maturo nella fede, più saprà porsi a servizio dell’uomo e della comunità rispettando ruoli, competenze, responsabilità. E saprà con maturità proporre i valori e la visione dell’uomo e del mondo che derivano dal Vangelo, non con motivazioni di fede, ma con argomentazioni di ragione, che possono essere comprese e pure condivise anche da chi non crede o professa una fede diversa.

La pandemia ha fatto esplodere i limiti presenti nel nostro sistema economico e sociale, rendendo più profonde le contraddizioni e le iniquità del modello di sviluppo che ci ha accompagnato fino ad oggi, ed ha anche pesantemente influito sul piano culturale, psicologico e spirituale.

Questo ci porta a sperimentare quanto sia divenuta ancor più urgente e necessaria la sfida, già presente prima della pandemia, di ricostruire comunità, di rifare il tessuto relazionale, civico ed ecclesiale, rimettendo al centro la persona, coltivando la cultura dell’incontro e facendo crescere quel senso di appartenenza che coinvolge e responsabilizza.

Chiesa e città non possono limitarsi a interloquire e collaborare solo per lo svolgimento di pur essenziali servizi alle persone e alle famiglie. Ma devono anche saper sviluppare una riflessione alta, per contribuire a ripensare il modello di sviluppo e individuare un orizzonte condiviso e una direzione di senso, per orientare e tenere insieme i comportamenti di tutti sul piano economico, politico e sociale e per favorire scenari veramente innovativi.

Solo insieme, con il peculiare contributo di tutti e di ciascuno, è possibile costruire una comunità sempre più viva, inclusiva, coesa. Una comunità sempre più umana.

San Zanobi, che questa città ha voluto come patrono, interceda per noi, ci stimoli e ci accompagni nel nostro cammino.

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-color: #595959;background-size: cover;background-position: center center;background-attachment: scroll;background-repeat: no-repeat;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 550px;}#main-content .dfd-content-wrap {margin: 0px;} #main-content .dfd-content-wrap > article {padding: 0px;}@media only screen and (min-width: 1101px) {#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars {padding: 0 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child {border-top: 0px solid transparent; border-bottom: 0px solid transparent;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width #right-sidebar,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width #right-sidebar {padding-top: 0px;padding-bottom: 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel {margin-left: -0px;margin-right: -0px;}}#layout .dfd-content-wrap.layout-side-image,#layout > .row.full-width .dfd-content-wrap.layout-side-image {margin-left: 0;margin-right: 0;}