Omelia Badia Fiorentina 22 dicembre 2022

Feria propria: 1Sam 1,24-28   1Sam 2   Lc 1,46-55

Ogni volta che ci rivolgiamo a Dio Padre per lodarlo e ringraziarlo per la sua traboccante misericordia, non possiamo mai staccarci dalle concrete vicende personali e comunitarie, come hanno fatto anche Maria nel Magnificat e Anna, nel lasciare al Signore il figlio che lui gli ha donato dopo che lo ha invocato.

Per essere veri, situazioni e avvenimenti – gioie e dolori, tragedie e aspirazioni – devono essere presenti nella nostra relazione con Dio.

La dimensione personale si intreccia sempre con quella comunitaria, come insegna il costante agire di Dio, che porta avanti la storia di salvezza mediante la vita di singole persone, specialmente quelle considerate piccole dai criteri del mondo.

Il canto del Magnificat rivela la spiritualità degli anawim biblici, quei fedeli che si riconoscevano “poveri” non solo nel distacco da ogni idolatria della ricchezza e del potere, ma anche nell’umiltà profonda del cuore, spoglio dalla tentazione dell’orgoglio e aperto all’irruzione della grazia che salva.

L’umiltà di Maria esprime la verità esistenziale di ogni creatura.  La sua umiltà (da humus=terra, parola da cui deriva il termine uomo) è data dalla consapevolezza che quello che Dio ha operato in lei è puro dono e la sua esultanza nello spirito nasce dall’aver sperimentato il grande amore salvante di Dio.

Dietrich Bonhoeffer, teologo cristiano simbolo dell’opposizione al nazismo, impiccato a 39 anni nel campo di concentramento di Flossenburg il 9 aprile 1945, ha contemplato nel Magnificat di Maria la logica divina che capovolge criteri ritenuti vincenti dalla logica umana.

Scegliendo Maria, dice Bonhoeffer, Dio mostra come lui non si orienta secondo l’opinione e il punto di vista di chi classifica il valore delle persone in base al potere, alla forza economica, ai ruoli svolti.

Bonhoeffer è affascinato dallo “scandalo” di un Dio che sceglie di nascere in una mangiatoia per animali, perché Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi penetra dentro; sceglie una creatura umana come suo strumento e compie meraviglie dove non ce lo aspettiamo. Dio è vicino ai piccoli, ama ciò che è considerato insignificante, che è emarginato, debole e affranto.

Il Magnificat non è solo un cantico mistico, incentrato sul rapporto dell’anima con Dio, né solo una fonte di ispirazione per la di vita personale, ma contiene anche un programma sociale e politico, la visione di una diversa vita comunitaria e di una nuova civiltà.

Questo programma, questa visione di società, troveranno pieno adempimento nella Gerusalemme celeste, ma Dio li rende concreti nel tempo con la collaborazione dei piccoli, di coloro che sanno come ogni realtà umana abbia bisogno di redenzione.

Proprio perché le situazioni e le realtà umane hanno tutte e sempre bisogno di redenzione, per modificare le contraddizioni e le varie anomalie che generano problematicità, ad esempio, in contesti comunitari, non si può operare solo e sempre tutti insieme, ‘comunitariamente’.

Pur essendo coinvolti tutti i soggetti che fanno parte dello stesso contesto, non si può pensare di affrontare e superare le questioni comunitarie con le dinamiche di sempre, che troppo spesso rispondono più a un’idea, al massimo a un ideale, che alla concretezza della situazione.

Per superare tensioni e derive presenti in una famiglia, come in una comunità, è necessario un lavoro intersecato di formazione e conversione personale e interpersonale e di misericordia, per avere effettive e positive ricadute sulla dimensione comunitaria. Limitarsi a coinvolgere sempre contemporaneamente i singoli membri, anziché aiutare a sanare può contribuire ad amplificare le varie anomalie, proprio perché manca il lavoro personale e interpersonale, sempre necessario.

Il progetto di Dio è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle idee e delle vicende umane, dove anche nei piccoli contesti sembrano trionfare i superbi, i potenti e i ricchi. Ma la forza del regno è destinata a svelarsi, per mostrare i veri prediletti di Dio: «Coloro che lo temono», fedeli alla sua parola.

Nel suo commento al Magnificat, sant’Ambrogio dice: «Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio» (Esposizione del Vangelo di Luca, 2, 26-27: SAEMO, XI, Milano-Roma 1978, p. 169).

Con questa sua interpretazione del Magnificat, Ambrogio ci invita a far sì che nella nostra anima e nella nostra vita il Signore trovi una dimora. Non per tenerlo chiuso nel nostro cuore, ma per portarlo al mondo. Così anche noi, personalmente, possiamo generare Cristo in questo nostro tempo e nella nostra stessa casa.

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-color: #595959;background-size: cover;background-position: center center;background-attachment: scroll;background-repeat: no-repeat;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 550px;}#main-content .dfd-content-wrap {margin: 0px;} #main-content .dfd-content-wrap > article {padding: 0px;}@media only screen and (min-width: 1101px) {#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars {padding: 0 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child {border-top: 0px solid transparent; border-bottom: 0px solid transparent;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width #right-sidebar,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width #right-sidebar {padding-top: 0px;padding-bottom: 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel {margin-left: -0px;margin-right: -0px;}}#layout .dfd-content-wrap.layout-side-image,#layout > .row.full-width .dfd-content-wrap.layout-side-image {margin-left: 0;margin-right: 0;}