Schema Omelia domenica 8 gennaio 2023

 

Battesimo del Signore: Is 42,1-4.6-7   Sal 28   At 10,34-38   Mt 3,13-17

Nel calendario liturgico, la festa del battesimo di Gesù conclude il ciclo delle feste natalizie e ci immette nella quotidianità, dove siamo chiamati a vivere nella ferialità della nostra vita, la ricchezza di grazia ricevuta nel Natale.

La liturgia di quest’anno ci propone l’evento del battesimo di Gesù secondo il racconto del Vangelo di Matteo, che descrive il dialogo fra Gesù, che vuole farsi battezzare, e Giovanni Battista, che tenta di impedirlo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3,14).

La decisione di Gesù sorprende il Battista, che rimane turbato per questo capovolgimento di ruoli e di compiti. Il Messia da lui annunciato non ha bisogno di essere purificato: è lui che purifica.

Le vie di Dio, però, non sono le nostre. Dio, Padre di Gesù Cristo, è il Dio delle sorprese. La prima sorpresa è proprio l’incarnazione, la stessa persona di Gesù che si presenta in modo diverso da come era atteso il Messia.

Giovanni aveva dichiarato che fra lui e Gesù esisteva una distanza incolmabile: «Non sono degno di portargli i sandali» (Mt 3,11).

Poiché il Verbo si è fatto carne proprio per colmare la distanza fra l’uomo e Dio, Gesù replica a Giovanni: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia» (Mt 3,15).

Gesù chiede di essere battezzato, perché si compia ogni giustizia, perché si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza filiale e della solidarietà con ogni persona, fragile e peccatrice.

La volontà di Gesù è chiara: vi è una giustizia da portare a compimento. Una giustizia che non è ancora chiara a Giovanni e che Gesù manifesterà nel corso della vita, soprattutto nella sua morte e resurrezione

La giustizia, biblicamente, è la conformità alla volontà di Dio. Nella nostra mentalità una persona è giusta quando si comporta secondo le regole, mentre nella Bibbia è giusta la persona che crede alla fedeltà di Dio, che confida nelle sue promesse, che si abbandona ai suoi disegni. Fede e abbandono che non sono mai acquisite una volta per sempre

L’obbedienza alla volontà del Padre, per fare giustizia, è intesa nel suo aspetto adulto e maturo di azione comune e reciproca, non come atto infantile, con mortificazione individuale o abdicazione alla propria volontà per adempiere quella di un altro, con i rischi di abuso, di giochi di potere e di sopraffazione che questo comporta.

L’obbedienza è un atto libero, non impersonale, né immotivato, ma relazionale, che avviene nel riconoscimento reciproco dei ruoli, per un fine alto: è evento di comunione e di carità che consente l’adempiersi del disegno divino.

Il battesimo di Giovanni esprimeva anche la volontà di cambiamento di chi si faceva battezzare. Cambiamento che in Gesù avviene in modo radicale: inizia una nuova fase del suo essere nel mondo, che lo porterà fino a dare la vita sulla croce.

Appena Gesù fu battezzato, si aprirono i cieli, scese su di lui lo Spirito Santo come una colomba e dall’alto una voce diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17).

Il Padre dice al popolo chi è Gesù e Gesù prende coscienza della propria identità. E con questa coscienza inizierà pubblicamente ad annunciare il regno di Dio, dopo essere stato tentato dal diavolo nel deserto, nella certezza di essere in comunione col Padre e con lo Spirito.

Nella festa del Battesimo di Gesù il nostro pensiero va anche al nostro battesimo. Ma occorre aver chiaro che il battesimo di Giovanni è semplicemente un lavacro di acqua e riconoscimento della necessità di dover cambiare vita.

Il battesimo di Cristo, quello che anche noi abbiamo ricevuto, invece, è nello Spirito Santo: è un impregnarsi della vita di Dio, nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo.

Come Gesù è il Figlio amato del Padre, anche noi, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, sappiamo di essere figli nel Figlio, investiti della grande missione di testimoniare e annunziare il dono ricevuto, il nostro essere fratelli e l’amore sconfinato del Padre.

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